USL SU RINEGOZIAZIONE DEL DEBITO PUBBLICO: CHE QUESTO NON IMPLICHI AUMENTI DELLA TASSAZIONE O SCUSE PER RIDURRE I DIRITTI DEI LAVORATORI

La notizia della rinegoziazione del debito non può lasciare indifferenti e offre lo spunto per qualche necessaria riflessione.

Chi abbia a cuore le sorti del Paese sa che ogni decisione deve essere presa con lungimiranza affinché le scelte per ‘salvare’ l’oggi non ricadano sulle spalle dei cittadini domani.

Del resto non si tratta di un fulmine a ciel sereno perché da tempo si vociferava di una rinegoziazione che non sarebbe stata a buon mercato e infatti si parla di un tasso di interesse del 6,5%. Colpa del mercato, si dirà.

Ma i soldi del debito coprono la spesa corrente o sono impiegati negli investimenti necessari a far crescere il Paese?

Se così non fosse il rischio che si corre è purtroppo quello di assistere nei prossimi anni all’introduzione di nuovi balzelli o all’aumento delle tasse già esistenti. O peggio ancora allo scatenarsi di una guerra fra poveri dove anche le legittime istanze di quei lavoratori che da troppo tempo attendono come gli altri il rinnovo del contratto, potrebbero essere considerate sacrificabili.

Riflessioni di questo tenore non porterebbero a ben vedere da nessuna parte, anzi si finirebbe a lungo andare con il mettere le mani in tasca a tutti i cittadini.

Sarebbe del tutto assurdo se qualcuno volesse addossare parte della responsabilità del rollover del debito ai sindacati perché hanno chiesto DOPO OLTRE 12 ANNI, il rinnovo del contratto della PA almeno a un 6%, che nonostante tutto è quasi la metà dell’inflazione galoppante, così come è del tutto assurdo che qualcuno nelle segrete stanze dica che il sindacato non ha ragione di esistere, quando è proprio grazie ad esso che ha visto riconosciuti i suoi diritti o i diritti dei propri familiari.

Ciò che dovrebbe preoccupare tutti e non soltanto una parte della politica o la politica stessa, è che non venga a mancare l’equilibrio del welfare state.

Pur non volendo entrare in dinamiche prettamente tecniche sui tassi di rinegoziazione del debito, non volendo altresì polemizzare sul perché si è arrivati a contrarre un simile debito, ribadiamo che non siamo mai stati contrari a prescindere a patto che questo si trasformi in un debito buono, cioè in una richiesta di liquidità che serva a rilanciare il Paese per metterlo nelle condizioni di chiuderlo e di poter poi camminare con le proprie gambe, garantendo un tenore di vita ai propri cittadini dignitoso.

Chiediamo un tavolo tripartito per una riflessione non più procrastinabile che sfoci nell’immediato in misure concrete per far finalmente ripartire il Paese e lasciarci alle spalle una stagione dove la dignità di chi lavora e ha lavorato, è stata troppo spesso calpestata.

 

San Marino 12/05/2023                                                                                         Unione Sammarinese Lavoratori

 

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