Si toccano corde parecchio sensibili quando si parla di pensioni e contributi. Ed è per evitare brutte sorprese al momento di andare in pensione che il lavoratore deve sapere la propria situazione contributiva, ovvero che il datore di lavoro sia in regola con i versamenti del primo e del secondo pilastro.
In un mondo ideale chiaramente il lavoratore non avrebbe bisogno di fare alcun controllo ma purtroppo, non sempre è così.
Se infatti la gran parte delle aziende si sono rivelate in linea con le normative vigenti, non sono mancate però quelle realtà che hanno lasciato a San Marino soltanto buchi, anzi voragini che hanno impattato sia sulla collettività che sul lavoratore singolo; lavoratore o lavoratrice che al momento di andare in pensione, se il datore di lavoro non ha provveduto a fare i dovuti versamenti o non si è attivata la procedura di fallimento, si trova ad avere dei buchi contributivi e dei danni economici, subendo una lesione dei propri diritti non di poco conto.
Il lavoratore può controllare autonomamente la propria posizione tramite il portale Arpa ma può far riferimento anche a USL; dove, recandosi presso la nostra sede, Centro Uffici Tavolucci tel 0549907031, avrà l’opportunità di avvalersi della professionalità del nostro Staff per fare approfondimenti dettagliati ed avere il giusto supporto.
Il fatto di ricevere ogni mese lo stipendio, e c’è chi purtroppo subisce dei ritardi specie quando si tratta di percepire il TFR, non dà l’assoluta garanzia che l’azienda sia in salute e in regola con tutti i versamenti. Per questo concordiamo con chi trova assurdo che certe posizioni debitorie siano schermate dalla riservatezza e che non vengano rese note ai diretti interessati, o a chi li rappresenta, in tempo utile a evitare disastri ai quali poi spesso non è più possibile porre rimedio e che purtroppo sovente ricadono sulle spalle della collettività.
“Nessuno dice che la riservatezza non sia un diritto di legge, afferma l’SG Francesca Busignani, ma forse qualcosa non funziona nel percorso di recupero. Se si rientrasse delle cifre mancanti in lassi di tempo brevi e senza che diventino cifre difficilmente recuperabili, probabilmente non ci sarebbe neppure bisogno di arrivare a parlare di riservatezza. Per questo siamo disponibili ad un ciclo di incontri per dare il nostro contributo per poter finalmente, variando la norma, affinandola, dotando gli uffici di più o di strumenti diversi, far terminare immediatamente una situazione debitoria e di inadempienza che a cascata non solo danneggia il/la lavoratore/trice ma rischia di innescare un meccanismo che potrebbe portare a ridurre le pensioni oltremodo o ad aumentare la pressione fiscale sulla collettività, a causa di cifre mai rientrate.”
Come USL riteniamo che una Legge del 2004 e nello specifico la 70 e successive modifiche, a distanza di 20 anni, debba essere trasformata e attualizzata in un Testo Unico al passo con i tempi.