Riforma pensioni sia più sostenibile: i Sindacati chiedono ampia partecipazione allo sciopero

Si è appena conclusa una settimana densa di incontri in cui le tre sigle sindacali hanno spiegato ai lavoratori la portata di una
riforma, purtroppo con la r rigorosamente minuscola. Troppi i vuoti in un progetto di legge che rimanda i temi più salienti al futuro. Ne sono l’esempio il prelievo dai fondi pensioni che può dirsi forzoso in quanto non concordato annualmente con le OOSS e non inserito nell’ambito di una crescita del contributo dello Stato, e l’assenza della riforma di Fondiss.

I principali punti di frizione riguardano anche i disincentivi molto alti per chi opta per il pensionamento anticipato  ma anche le misure per le madri, a tal punto inadeguate che sarebbe stato più dignitoso non inserirle nemmeno.

Nessun cenno viene fatto riguardo alla possibilità di riscattare gli anni dell’Università, tema molto sentito dai giovani.

Una riforma necessaria dunque, vista la crescita del disavanzo nei Fondi Pensione, ma carente dal punto di vista degli elementi
innovativi che introduce e senza visione prospettica. Di qui la richiesta di un’ampia partecipazione allo sciopero che avrà
l’obiettivo di ottenere l’approvazione di emendamenti che rendano la riforma più sostenibile.

Non c’è ancora una data: il pdl approvato in Commissione, andrà in seconda lettura nel Consiglio Grande e Generale di novembre. E’ in quella cornice che si intende organizzare lo sciopero generale per chiedere con ancor più forza che la riforma venga modificata, tenendo conto delle proposte del sindacato.

Inoltre, il blitz relativo agli emendamenti portati in Commissione senza alcun confronto preventivo, tra i quali spicca quello relativo
al blocco dell’indicizzazione delle pensioni, costituisce una vera e propria provocazione.

Molte criticità sono emerse anche dal progetto di legge sul mercato del lavoro di cui non si sentiva la necessità essendo la
disoccupazione ai minimi storici, e che avrebbe avuto un senso se fosse intervenuta sulla qualità dell’occupazione, andando incontro
alle esigenze dei lavoratori fragili e delle donne. Un provvedimento che stando alle dichiarazioni di chi lo ha portato avanti andrebbe
verso un avvicinamento all’Europa ma che nei fatti va nella direzione esattamente opposta: non ci risulta l’Ue imponga il collocamento
privato mentre esige le pari opportunità.

Non si può rimanere silenti di fronte a quella che ha il sapore di una sfida, non tanto al sindacato, ma alle persone che rappresenta: lo
sciopero generale diventa la necessaria reazione. La riforma previdenziale coinvolge tutti: chi è già in pensione, chi ci sta per andare, chi ci andrà in futuro. Inaccettabile dunque la sua mancata condivisione.

USL CSdL CDLS 

 

 

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