La prossima settimana è stata convocata l’apposita Commissione che verosimilmente andrà a blindare il testo del PdL. Ripresentato l’articolo che stabilisce il contributo dello Stato a copertura dei disavanzi, ma prevede contestualmente prelievi dal Fondo pensione dall’importo troppo elevato, per un periodo di dieci anni. Partono martedì 11 ottobre le assemblee zonali con i lavoratori di tutti i settori e i pensionati
RSM 5 ottobre 2022 – La prossima settimana sarà cruciale per il progetto di legge di riforma delle pensioni: martedì 11 ottobre inizia il ciclo di otto assemblee zonali intercategoriali con i lavoratori di tutti i settori e i pensionati, prima tappa della fase di mobilitazione indetta dalle tre organizzazioni sindacali sammarinesi, e contestualmente è stata convocata la Commissione Consiliare a cui sarà sottoposto il progetto di legge, il cui testo verosimilmente verrà blindato per la successiva approvazione in Consiglio.
La maggioranza di Governo ha quindi confermato l’accelerazione impressa al progetto di legge di riforma pensionistica. Nella giornata di ieri, in un incontro con i Segretari di Stato per la Sanità e per le Finanze, è stato presentato ai sindacati il testo di un articolo da inserire nel PdL di riforma delle pensioni; l’articolo ripristina il contributo dello Stato a copertura dai disavanzi annuali dei fondi pensioni, ma prevede al contempo un prelievo dal Fondo di riserva molto significativo, per la durata di 10 anni. Tale articolo è stato accompagnato da una serie di dati attuariali che sono attualmente in fase di studio e approfondimento. In ogni caso, si tratta di prelievi dalle risorse del Fondo pensioni di importo troppo elevato.
Ricordiamo che alla base della fase di mobilitazione indetta dai sindacati vi è la richiesta di uno slittamento dei tempi sui progetti di legge sulle pensioni e sulla riforma delle norme sull’occupazione, per consentire di espletare un confronto esauriente, necessario per superare le numerose criticità dei due testi legislativi e cercare di arrivare a testi il più possibile condivisi. CSdL, CDLS e USL hanno riassunto in una nota le ragioni della mobilitazione, evidenziando i punti più critici dei due progetti di legge.
Riforma del sistema previdenziale
– Nel PdL avviato alla prima lettura consiliare è stato eliminato l’articolo che prevedeva l’aumento del contributo dal bilancio dello Stato per coprire i disavanzi del Fondo Pensioni. L’utilizzo del Fondo di riserva deve essere calibrato con un congruo intervento da parte del bilancio pubblico, per accompagnare l’effetto delle riforme nel tempo. In caso contrario, i Fondi Pensione si esaurirebbero nell’arco di pochi anni.
– Si riduce l’importo della pensione maturata con il primo pilastro.
– Si rimarca la totale assenza di confronto sulla riforma di Fondiss, che dovrebbe essere approvata anch’essa entro fine anno. È inammissibile che i contributi destinati alla previdenza complementare non abbiano rendimenti, riducendo l’importo della pensione integrativa. Va rivista la composizione del Comitato Amministratore, prevedendo unicamente le OO.SS. e le Associazioni imprenditoriali.
– I disincentivi previsti sono eccessivamente penalizzanti per i lavoratori. Occorre renderli equi e sostenibili.
– Per le lavoratrici madri la riduzione dei disincentivi è troppo esigua e non tiene conto di chi ha svolto lavori usuranti o ha assistito familiari non autosufficienti.
Riforma delle norme relative all’occupazione
– Le attuali norme sul mercato del lavoro funzionano, come dimostra la pressoché piena occupazione; non si danno risposte ai disoccupati che rientrano tra le fasce più deboli e che ancora faticano a trovare lavoro, ovvero le donne e le persone con disabilità/invalidità.
– L’intermediazione di manodopera da parte di soggetti privati comporterebbe la creazione di liste preferenziali, che escluderebbero le persone di più difficile collocazione, legittimando le discriminazioni e la “raccomandazione” da parte di terzi.
– Si vuole far tornare in auge il lavoro interinale. Da un lato si ridurrebbe la durata massima dei contratti a tempo determinato, mentre dall’altro si creerebbe nuova precarietà, accompagnata da una graduale privatizzazione del collocamento pubblico.
– Senza chiarire che il limite di 18 mesi per i distacchi è relativo all’impresa e non al singolo lavoratore, le aziende potrebbero utilizzare tale modalità “flessibile” sostituendo le persone di volta in volta. Questa deriva va respinta!
CSdL, CDLS e USL chiamano a raccolta tutti i lavoratori e i pensionati, invitando tutti a partecipare a questi incontri assembleari, per dare maggiore forza alle richieste di realizzare riforme il più possibile condivise.
Il primo giorno di assemblee è in programma martedì 11 ottobre con due appuntamenti entrambi presso il Teatro Nuovo di Dogana: il primo dalle 9.30 alle 12.00, il secondo dalle 15.00 alle 17.30. Il calendario completo delle assemblee è consultabile sui siti delle tre organizzazioni sindacali.
CSdL CDLS USL