Manifestazione in Piazza della Libertà per l’intera giornata, in concomitanza con l’avvio della Commissione Finanze. Le partecipatissime assemblee intercategoriali hanno dato il chiaro mandato al sindacato di proclamare lo sciopero: è una riforma totalmente priva di equità che colpisce solo i lavoratori dipendenti e i pensionati, e non prevede nessun impegno concreto ad aumentare i controlli! L’Attivo dei Delegati sindacali presiederà il Pianello anche nelle successive giornate di riunione della Commissione Finanze
RSM 18 09 2025 – Al termine dalla settima assemblea intercategoriale sulla riforma Igr, i tre Segretari Generali, Enzo Merlini (CSdL), Milena Frulli (CDLS) e Francesca Busignani (USL), in conferenza stampa, hanno proclamato lo Sciopero Generale per l’intera giornata di martedì 23 settembre. Il programma prevede il raduno in Piazza Nazioni Unite (inizio di via Gino Giacomini) a partire dalle ore 8.30, da dover partirà il corteo che attraverserà il centro storico, passando anche davanti alla Segreteria Finanze, per raggiungere Piazza della Libertà dove interverranno i Segretari Generali.
“Il guanto di sfida è stato lanciato e noi lo raccogliamo” hanno detto Enzo Merlini, Milena Frulli e Francesca Busignani, riferendosi alla convocazione della Commissione Finanze che prenderà in esame la Riforma Igr in sede referente. I contenuti inaccettabili della riforma, la totale mancanza di impegni per combattere l’elusione ed evasione fiscale, aggravati dall’assenza di confronto, hanno costretto il sindacato a chiamare lavoratori e pensionati a scendere in piazza.
Dalle assemblee è arrivato un mandato preciso: contrastare una riforma che penalizza in particolare i redditi bassi e medi, discrimina i frontalieri rischiando di creare tensione nei posti di lavoro, anche con la concessione in modo discrezionale di benefit da parte delle aziende per trattenere le professionalità, e non prevede nessun impegno concreto sul fronte dei controlli per quei soggetti economici che dichiarano redditi inverosimili.
“L’argomento è particolarmente sentito”, ha detto Enzo Merlini, dopo aver tastato il polso alle 7 assemblee zonali. “Pensavamo che non avrebbero convocato la Commissione Finanze in concomitanza con la missione del Fondo Monetario, invece lo hanno fatto a partire dal 23 settembre. La data dello sciopero è conseguente. Non ci sono novità sul PdL, se non che ci stanno ancora lavorando, secondo indiscrezioni. Un’ipotesi che circola è che la quota di detrazione Smac verrà estesa anche ai frontaleri (a tal proposito, nelle assemblee molti lavoratori non residenti hanno testimoniato l’impossibilità di spendere a San Marino tale cifra). Prima di convocare la Commissione Finanze avrebbero dovuto esserci alcuni incontri per valutare gli emendamenti e apportare nuove modifiche. In tal senso il Segretario Gatti aveva dichiarato di essere disponibile, purché il saldo finale rimanesse invariato, ma non c’è stato nessun confronto. Il fatto che a Commissione Finanze già convocata non si sappia nulla su cosa vogliano fare, è gravissimo!
Dalle assemblee è arrivato il mandato, oltre che a proclamare lo sciopero, di presidiare costantemente il Pianello con l’Attivo dei Delegati e Rappresentanti sindacali per tutta la durata della Commissione, in modo da tenere monitorato cosa succede.”
Ha proseguito Francesca Busignani: “Anziché incrementare i controlli, scovare gli evasori e recuperare i soldi dei grandi debitori, la riforma vorrebbe prendere i soldi solo dai lavoratori dipendenti e i pensionati, gli unici che hanno sempre pagato e pagheranno sempre, colonna portante del paese. Hanno subìto l’inflazione galoppante, gli aumenti delle bollette, degli affitti dovuto alle residenze atipiche, e quello dei mutui, e ora vorrebbero imporci un ulteriore incremento delle tasse, con la malsana idea di creare tensione nei posti di lavoro. Il Segretario Finanze, come i suoi ultimi predecessori, non ha applicato il fiscal drag previsto per legge; i lavoratori, di conseguenza, hanno già pagato 10 milioni di tasse in più ogni anno. Dover spendere e smaccare 6mila euro a San Marino per tutti significa privare le persone di una libertà fondamentale, in totale contrasto con i principi fondamentali della UE.”
Ha puntualizzato Milena Frulli: “È una riforma che rigettiamo nel metodo e nei contenuti; non si fa in soli 4 mesi, la precedente ha avuto una gestazione di oltre un anno. Siamo stati coinvolti a giugno in alcuni incontri senza nessuna disponibilità a fare modifiche. È grave anche la convocazione della Commissione Finanze a ridosso della fine delle assemblee. Abbiamo chiesto un tempo sufficiente, che non ci è stato dato. Sull’attuale testo della riforma e i relativi emendamenti, circolano solo voci, alcune delle quali peggiorative. È inaccettabile la disparità che vogliono creare tra lavoratori, visto che i frontalieri sono una parte fondamentale del nostro sistema economico; nelle assemblee diversi lavoratori non residenti ci hanno confermato che a queste condizioni non continueranno a lavorare a San Marino. La riforma costringerebbe tutti i lavoratori e pensionati a dover smaccare i 6mila euro, indipendentemente dal reddito, quando a San Marino i prezzi sono più alti.”
Nelle assemblee intercategoriali, di cui l’ultima è in programma domani, i Segretari Generali hanno sottolineato l’importanza della partecipazione di tutti. Per molti lavoratori e pensionati si tratta di un vero e proprio salasso. E non bisognare farsi ingannare da chi sostiene che in fondo si tratta, per alcune fasce di redditi, di poche decine di euro in più; non deve passare il principio che i lavoratori e i pensionati, già colpiti duramente dall’aumento dell’inflazione e di costi come bollette, muti e affitti, e dall’incremento della tassazione dovuta alla mancata applicazione del fiscal drag, sono disposti a farsi spremere fino all’osso, quando altre fonti di reddito, come ad esempio le rendite finanziarie e i redditi aggiuntivi, restano intoccabili.
“Martedì 23 settembre tutti sul Pianello per far sentire il forte NO dei lavoratori e dei pensionati a questa riforma dell’IGR”; questo è l’accorato appello delle organizzazioni sindacali.
CSdL – CDLS – USL