Qualunque riforma dovrebbe partire da un’accurata analisi dei dati. Le discrepanze tra redditi dichiarati e aumento complessivo della ricchezza sono sotto gli occhi di tutti, ma il Governo preferisce la strada più semplice: colpire chi già paga le tasse evitando interventi incisivi. Le OO.SS. hanno più volte richiesto informazioni dettagliate, compreso il numero ed il risultato dei controlli effettuati
RSM 12 06 2025 – In occasione del recente incontro con il Segretario di Stato per le Finanze le OO.SS. hanno ribadito, anche per iscritto, la loro ferma contrarietà non solo alle proposte di riforma che penalizzano i redditi da lavoro dipendente e da pensione, ma anche alla reintroduzione della minimum tax per le imprese.
Questa misura rappresenterebbe a nostro avviso una resa dello Stato di fronte alla diffusa elusione ed evasione fiscale. I dati disponibili mostrano chiaramente un notevole scostamento tra i redditi dichiarati e la ricchezza prodotta. La scelta della minimum tax risponde a un orientamento politico ben preciso, per noi inaccettabile: blandi controlli in cambio del pagamento forfettario di 3.400 euro.
È evidente che, prima di qualsiasi intervento fiscale, occorra stimare in modo realistico l’ammontare dell’evasione e dell’elusione fiscale nel Paese. Solo con una valutazione seria e trasparente del fenomeno sarà possibile elaborare politiche efficaci e giuste. Servono misure concrete volte al recupero delle risorse sottratte al sistema: intensificazione dei controlli mirati, incrocio dei dati utilizzando strumenti tecnologici avanzati e una reale volontà politica di colpire chi evade, anziché continuare a gravare sui contribuenti onesti.
A proposito di controlli, le OO.SS. hanno richiesto dati puntuali su quantità ed esiti, sottolineando l’urgenza di dotare l’Ufficio Tributario di tutti i più moderni strumenti tecnologici e adeguate risorse umane.
Un altro dato, in particolare, solleva forti perplessità: negli ultimi tre anni è aumentata di circa un miliardo la raccolta bancaria, pari a un incremento di ben il 18%. Secondo il Segretario di Stato per le Finanze si tratta di risorse interne, quindi appartenenti a soggetti residenti e non provenienti da fuori San Marino.
Considerando il drastico calo del potere di acquisto di salari e pensioni appare poco plausibile che si tratti di risparmio famigliare. Nemmeno i dati relativi alle attività economiche, sebbene in crescita, giustificano tale incremento.
Quindi, o i circa 250 residenti atipici hanno trasferito a San Marino diverse centinaia di milioni di euro, oppure ci troviamo di fronte ad un ulteriore indizio di elusione ed evasione fiscale.
Abbiamo chiesto di ricevere informazioni più dettagliate rispetto alla composizione di questo nuovo miliardo amministrato dalle banche, oltre che dei patrimoni detenuti all’estero dichiarati dai residenti.
Inoltre, è stata sollecitata un’analisi approfondita dei redditi aggiuntivi dichiarati dalle persone fisiche – al di fuori di quelli dal lavoro o pensioni – come rendite finanziarie o catastali, provenienti da affitti, dividendi, ecc. Si tratta di importi rilevanti: è quindi fondamentale comprendere come sia possibile che alcuni contribuenti dichiarino redditi da lavoro o da pensione molto bassi, a fronte però di cospicue rendite da capitale.
Una riforma fiscale che si rispetti dovrebbe partire dall’analisi dei dati. Evidentemente, il Governo ha le idee chiarissime, ovvero far pagare di più coloro che le tasse le pagano già, senza farsi le giuste domande. Non ci stiamo!
CSdL – CDLS – USL