Riforma IGR: così non va!

I tempi stretti dettati dal Governo sono una vera e propria prova di forza che si compirà prima in Commissione Finanze e poi in Consiglio Grande e Generale. L’assemblea di ieri ha confermato forte contrarietà al PdL, da sostenersi con lo sciopero generale in concomitanza con la riunione della Commissione Consiliare, probabilmente a fine settembre. Le forze politiche di maggioranza hanno la responsabilità di decidere se andare allo scontro o cambiare radicalmente la riforma

RSM 9 09 2025 – In un Teatro Dogana affollato di lavoratori e pensionati lunedì ha preso il via il ciclo di 8 assemblee zonali per illustrare le ragioni della contrarietà del sindacato alla riforma IGR e “scaldare i motori” in vista dello sciopero generale. La prima è stata rivolta a 4 delle principale aziende di Rovereta e Galazzano.

I Segretari Generali, Enzo Merlini (CSdL), Milena Frulli (CDLS), Francesca Busignani (USL), hanno illustrato i contenuti inaccettabili del PdL, stigmatizzando anche l’assenza di confronto che ha preceduto la stesura del provvedimento da parte della Segreteria di Stato per le Finanze.

Ribaditi i punti più contestati: gran parte dei 20 milioni di euro di maggiori entrate fiscali sono a carico di lavoratori dipendenti e i pensionati, sfiorando a malapena le imprese individuali, i lavoratori autonomi e le società che non pagano in ragione delle loro capacità di reddito; si raddoppiano le tasse sul TFR; ai lavoratori frontalieri viene cancellato ogni abbattimento d’imposta previsto con la no tax area e le deduzioni SMAC, con un aggravio per i redditi più bassi addirittura di una mensilità.

Ampio spazio è stato dedicato alla quota SMAC che diventerebbe pari a 6mila euro non più deducibili ma detraibili, per tutti i residenti, con un effetto diverso, e comunque sempre penalizzante, sulle diverse categorie di reddito. Ciò comporta inevitabilmente l’aumento del reddito imponibile e quindi il passaggio a scaglioni con aliquote più alte. È assurdo anche solo ipotizzare che i redditi più bassi debbano spendere l’intero stipendio o pensione a San Marino per pagare meno tasse.

“Una riforma che comunque non prevede alcun intervento a sostegno delle famiglie e senza interventi specifici a contrasto della denatalità – spiega Milena Frulli -. Cambiano anche le passività deducibili: ad esempio le spese dentistiche vengono considerate tali solo se effettuate in territorio, quando molte persone si rivolgono a professionisti fuori confine, o perché c’è già un rapporto di fiducia, o per risparmiare”.

“Rendere di fatto obbligatorio fare la spesa a San Marino per raggiungere la quota SMAC – ha puntualizzato Francesca Busignani – è contrario a qualsiasi principio di libertà e buon senso e si traduce in un aumento di costi per i lavoratori dipendenti e i pensionati. Sono la prima a dire che sarebbe auspicabile acquistare in Repubblica ma per far questo è necessaria appetibilità, non costrizione”.

Un’altra ingiustizia è stata messa in luce da Enzo Merlini: “Solo per i lavoratori dipendenti e i pensionati è prevista la detrazione delle sole spese fatte in territorio. Le imprese possono invece dedurre i costi sostenuti per lo svolgimento dell’attività ovunque vogliano, anche se i medesimi beni e servizi sono acquistabili a San Marino. Si tratta dell’ennesima, insopportabile, discriminazione.”

Molti gli interventi di lavoratori e pensionati che hanno rigettato i contenuti della riforma e si sono detti pronti allo sciopero generale, sottolineando l’importanza di partecipare alle manifestazioni in Piazza della Libertà.

La data dello sciopero coinciderà con la riunione della Commissione Finanze, prevista per fine mese. I Segretari Generali hanno specificato che, verosimilmente, il testo che uscirà dalla stessa Commissione non sarà emendabile, per cui il Consiglio Grande e Generale sarà chiamato a ratificare o rigettare il testo.

Spetta quindi alle forze politiche di maggioranza decidere se avallare una tale somma di iniquità, alimentando lo scontro che il Governo ha deliberatamente deciso di mettere in campo, oppure fermare l’iter consiliare o modificare radicalmente il testo. 

La prossima assemblea intercategoriale è in calendario mercoledì 10 settembre alle 15.00 sempre al Teatro “Nuovo” di Dogana. Concluso il ciclo delle assemblee, verrà convocato l’Attivo Generale dei Rappresentanti e Delegati Sindacali per tirare le somme del dibattito, valutare eventuali novità sul fronte della riforma e, stante l’attuale situazione, deliberare la durata dello sciopero generale.

CSdL – CDLS – USL

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