C’è un lunghissimo elenco di persone che si rivolgono ad UCS in cerca di un sostegno. Moltissimi chiedono di essere supportati nel fare domanda per la ‘casa popolare’ e in tanti si informano del reddito minimo o della possibilità di fruire delle tariffe sociali, rimanendo però esclusi a causa di requisiti oggettivamente troppo stringenti.
A lamentare di non farcela più non sono soltanto le famiglie ma anche le persone single che, se da un lato non devono provvedere che a sé stesse, dall’altro non possono contare sull’aiuto di nessuno.
In questo contesto c’è anche chi si lascia andare e non riuscendo più a far fronte a tutte le spese, decide ad esempio di smettere di pagare le bollette con la conseguenza poi di vedersi staccare le utenze.
Per non parlare delle cure che oggi in tanti non possono permettersi più, non soltanto a causa di liste d’attesa oggettivamente troppo lunghe perché con ogni probabilità il personale non è messo nelle condizioni di poter lavorare al meglio.
A tal proposito nella riforma IGR si legge che c’è l’intenzione di rendere deducibili soltanto le spese mediche ‘non mutuabili’ sostenute in territorio. Oltre al danno la beffa dunque visto che chi per accelerare i tempi si vede costretto a rivolgersi alla sanità privata, non potrà nemmeno optare per eventuali eccellenze fuori territorio. Una scelta questa davvero odiosa se si pensa che non sono pochi gli interventi, non certo di natura estetica, cui assistiti Iss si sono dovuti sottoporre fuori territorio perché determinate professionalità non erano presenti presso il nostro Ospedale, pagando per alcune casistiche di tasca propria o dovendo presentare ricorso per ottenere talune volte, il successivo rimborso.
Casi simili si stanno verificando con sempre più frequenza, tanto che non risulta improprio parlare di vera e propria emergenza sociale.
Resta poi altissimo, nonostante una prima risposta arrivata con la cosiddetta ‘Legge Casa’ che tuttavia va urgentemente rivista in alcuni passaggi, il rischio che in tanti si ritrovino senza casa visto il continuo aumento degli affitti, un vero e proprio assillo per chi non ha una casa di proprietà e ha a disposizione soltanto il proprio stipendio o la pensione che oltretutto hanno subito una fortissima erosione in termini di potere d’acquisto. Anziché aiutare queste persone, ancora una volta la bozza di riforma IGR fissa nuovi limiti come, per esempio, la possibilità di portare in deduzione il 50% dell’affitto pagato con un tetto massimo di 6000 euro.
In tutto questo ancora non si vedono quei provvedimenti più volte annunciati che avrebbero potuto essere forieri di un po’ di ossigeno per le famiglie ma che a fronte di una riforma IGR che andrebbe a colpire proprio i redditi più bassi, sarebbero evidentemente soltanto interventi spot che lascerebbero il tempo che trovano.
Sempre a proposito della riforma IGR, è più volte stato ripetuto che il maggior gettito consentirebbe investimenti importanti come, ad esempio, la costruzione del nuovo ospedale. Viene da chiedersi però se i disservizi di questi anni, non certo imputabili a chi ci lavora, originino soltanto dalla mancanza di risorse o se i bisogni dei più fragili, di chi forse rappresenta una minoranza, siano sistematicamente lasciati indietro.
Come si vede sono in tanti a chiedere aiuto e a dispetto di ciò che viene continuamente detto e scritto nei documenti ufficiali, c’è il grandissimo rischio di una società dove chi è fragile è condannato a restare indietro.
San Marino 09/09/2025 Unione Consumatori Sammarinesi – UCS